TFR in azienda o fondo pensione: come funziona e quale conviene?
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una somma che il lavoratore matura durante la sua vita lavorativa e che gli viene corrisposta quando termina il rapporto di lavoro. In sostanza, è una parte di retribuzione che l’azienda accantona ogni mese, calcolata in genere come una quota (6,91%) della retribuzione annua. Se il TFR rimane in azienda, viene rivalutato ogni anno a un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Nel corso degli anni, i lavoratori possono decidere di lasciare il TFR in azienda o, in alternativa, di destinarlo a un fondo pensione.
Il lavoratore ha a disposizione un periodo di 6 mesi dalla data di assunzione per scegliere se mantenere il TFR in azienda o destinarlo a un fondo pensione. Se inizialmente opta per lasciarlo in azienda, ha comunque la possibilità di cambiare idea in qualsiasi momento e trasferire il TFR a una forma di previdenza complementare.
Analizziamo la scelta da 5 aspetti diversi per fare una scelta consapevole.
TFR in azienda o fondo pensione: cosa cambia nella tassazione?
Quando si parla di TFR in azienda o fondo pensione, è importante valutare la tassazione.
Se decidi di rimanere il TFR in azienda o nel fondo di Tesoreria dell’INPS, il Trattamento di Fine Rapporto verrà tassato a fine rapporto lavorativo con l’aliquota marginale Irpef media degli ultimi 5 anni di lavoro, minimo il 23% – massimo il 43%. E’ facile immaginare come negli ultimi anni di carriera la RAL per i vari scatti subirà un aumento e l’aliquota sarà molto probabilmente 35% – 43%.
Versare il TFR nella previdenza complementare, invece, significa avere una tassazione agevolata, minimo il 9% – massimo il 15%, al riscatto del fondo pensione.
Per capire meglio l’impatto della tassazione sulla scelta del TFR, vediamo un esempio concreto. Immaginiamo un lavoratore che abbia accumulato 100.000€ di TFR: quanto riceverà effettivamente al netto delle imposte a seconda della sua decisione?
Caso 1: TFR lasciato in azienda
Il TFR accantonato in azienda viene tassato con l’aliquota media IRPEF degli ultimi cinque anni di carriera. Dato che solitamente il reddito cresce con l’anzianità lavorativa, ipotizziamo un’aliquota media del 35%.
Calcolo tasse:
- TFR lordo: 100.000€
- Imposta dovuta (35%): 35.000€
- TFR netto ricevuto: 65.000€
Caso 2: TFR versato in un fondo pensione
Se invece il lavoratore decide di destinare il TFR a un fondo pensione, potrà beneficiare di una tassazione più favorevole. L’aliquota applicata è agevolata, variando da un massimo del 15% fino a un minimo del 9%, a seconda degli anni di permanenza nel fondo. Supponiamo un’aliquota media del 12%.
Calcolo tasse:
- TFR lordo: 100.000€
- Imposta dovuta (12%): 12.000€
- TFR netto ricevuto: 88.000€

Il vantaggio economico della scelta del fondo pensione
Chi decide di versare il TFR nel fondo pensione si troverà con ben 23.000€ in più rispetto a chi lo lascia in azienda. Un importo che può fare la differenza nella pianificazione della pensione, garantendo maggiore tranquillità finanziaria nel lungo periodo.
Sicurezza: meglio TFR in azienda o fondo pensione?
Un aspetto fondamentale nella scelta tra TFR in azienda o fondo pensione è la sicurezza del capitale. Vediamo le principali differenze tra le due opzioni.
TFR lasciato in azienda: quali sono i rischi?
Se il TFR viene mantenuto in azienda, il capitale accantonato dipende dalla solidità finanziaria dell’impresa. In caso di difficoltà economiche o fallimento del datore di lavoro, il recupero del TFR può essere complicato, anche se esiste un meccanismo di tutela tramite il Fondo di Garanzia INPS.
Inoltre, il TFR può essere pignorato o sequestrato, riducendo la protezione del capitale nel caso in cui il lavoratore abbia debiti o problemi finanziari.
TFR nel fondo pensione: una protezione maggiore
Se invece il TFR viene destinato a un fondo pensione, il capitale non è legato alla sorte dell’azienda e resta al sicuro indipendentemente dalle vicende economiche del datore di lavoro.
Un grande vantaggio è che i fondi pensione sono impignorabili e insequestrabili, il che significa che nessuno potrà sottrarre il capitale accumulato, nemmeno in caso di problemi finanziari personali. Questo garantisce una maggiore sicurezza per il futuro.
Anticipazioni: differenze tra TFR in Azienda o Fondo Pensione
Un altro aspetto fondamentale da considerare nella scelta tra TFR in azienda o fondo pensione riguarda la possibilità di richiedere anticipazioni sul capitale accumulato. Vediamo quali sono le differenze principali.
TFR lasciato in azienda: limitazioni sulle anticipazioni
Se il TFR viene mantenuto in azienda, il lavoratore ha la possibilità di richiedere un’anticipazione, ma solo una volta durante l’intero rapporto di lavoro. Inoltre, l’importo massimo anticipabile è generalmente limitato al 70% del totale maturato e può essere richiesto solo per specifiche esigenze, come spese mediche o acquisto della prima casa.
TFR versato in un fondo pensione: maggiore flessibilità
Nel caso in cui il TFR venga destinato a un fondo pensione, la possibilità di ottenere anticipazioni è molto più ampia. Infatti:
- Non esiste un limite al numero di anticipazioni richieste nel tempo.
- È possibile ottenere anticipazioni per diverse finalità (spese sanitarie, acquisto o ristrutturazione casa, esigenze personali).
- Dopo otto anni di adesione, si può richiedere un’anticipazione fino al 30% del capitale accumulato, anche senza una motivazione specifica.
Se si desidera maggiore flessibilità nell’uso del proprio capitale nel corso della carriera, il fondo pensione rappresenta un’opzione più vantaggiosa rispetto al TFR lasciato in azienda, che prevede limiti più rigidi sulle richieste di anticipazione.
Rendimento del TFR: meglio lasciarlo in azienda o investirlo nel fondo pensione?
Uno degli aspetti più importanti nella scelta tra TFR in azienda o fondo pensione è il rendimento che il capitale può generare nel tempo. Analizziamo le differenze tra le due opzioni per capire quale sia la più conveniente.
Rendimento del TFR in Azienda: un tasso fisso e limitato
Se il TFR viene lasciato in azienda, il capitale si rivaluta ogni anno secondo una formula stabilita dalla legge: 1,5% fisso + 75% dell’inflazione annuale
Questo significa che il rendimento del TFR in azienda dipende in gran parte dall’andamento dell’inflazione. In periodi di inflazione bassa, il rendimento complessivo può risultare piuttosto limitato, spesso inferiore a quello di un fondo pensione.
Rendimento del TFR in un Fondo Pensione: Maggiori Opportunità di Crescita
Se il TFR viene investito in un fondo pensione, il rendimento varia a seconda del comparto scelto (azionario, bilanciato o obbligazionario). Storicamente, i fondi pensione offrono una performance media tra il 4% e il 5% annuo, ben superiore alla rivalutazione del TFR in azienda.

Fonte: Corriere della Sera
Cosa succede quando cambi lavoro?
Un aspetto spesso trascurato nella scelta tra TFR in azienda o fondo pensione è l’impatto sul mercato del lavoro. In un mondo in cui cambiare impiego più volte durante la carriera è sempre più comune, è importante capire come il TFR viene gestito in queste situazioni.
TFR in Azienda: Liquidazione e Tassazione ad Ogni Cambio di Lavoro
Se il lavoratore decide di lasciare il TFR in azienda, ogni volta che cambia impiego il TFR maturato fino a quel momento viene liquidato e tassato immediatamente. Questo significa che:
- Si paga subito la tassazione sull’importo maturato, con l’aliquota media IRPEF degli ultimi 5 anni.
- Il capitale accumulato non continua a crescere, ma viene eroso dalle imposte ogni volta che si cambia azienda.
- Si perde l’effetto della capitalizzazione a lungo termine, che potrebbe invece essere sfruttata investendo in un fondo pensione.
TFR nel Fondo Pensione: Maggiore Continuità e Minore Tassazione
Se il TFR viene destinato a un fondo pensione, il capitale accumulato rimane investito e non subisce tassazione fino al momento del riscatto finale (ad esempio, al raggiungimento della pensione). Questo porta numerosi vantaggi:
- Nessuna tassazione anticipata ad ogni cambio di lavoro.
- Maggiore crescita del capitale, grazie all’accumulo nel tempo e agli eventuali rendimenti del fondo.
Per chi cambia lavoro frequentemente, destinare il TFR a un fondo pensione è la scelta più vantaggiosa. In questo modo, si evita di subire una tassazione ripetuta e si garantisce una crescita più stabile del capitale accumulato per il futuro.
BONUS: falso mito. Cosa succede in caso di perdita del lavoro?
Uno dei motivi per cui molti lavoratori scelgono di lasciare il TFR in azienda è la convinzione che, in caso di perdita del lavoro, il capitale accumulato sia subito disponibile, mentre se destinato a un fondo pensione risulti bloccato fino alla pensione. Questo è un falso mito che può portare a una scelta finanziariamente svantaggiosa.
Nella casistica descritta, anche il TFR nel fondo pensione è possibile riscattarlo al 100% per perdita dei requisiti di partecipazione.
Sistema previdenziale italiano
In un sistema previdenziale come quello italiano, caratterizzato da un invecchiamento progressivo della popolazione e da un tasso di sostituzione (rapporto tra ultimo stipendio e pensione) in calo, la previdenza complementare è sempre più importante. Scegliere di destinare il TFR a un fondo pensione risponde all’esigenza di integrare la futura pensione pubblica, che potrebbe risultare insufficiente per mantenere lo stesso tenore di vita. La pensione pubblica potrebbe fornire tra il 60% e il 70% dell’ultimo reddito, se non meno. Ecco perché la gestione del TFR diventa cruciale per costruire un cuscinetto previdenziale.
In un contesto di incertezza previdenziale come quello italiano, prendere una decisione informata e in linea con i propri obiettivi di lungo termine è fondamentale. Ora che conosci i vantaggi e svantaggi di TFR in azienda o fondo pensione, puoi prendere la decisione migliore per il tuo futuro.
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