Minusvalenze: cosa sono, come funzionano e come recuperarle

Cosa trovi in questo post:

Minusvalenze: guida semplice e aggiornata per capire come recuperarle, quando scadono e quali strumenti ti aiutano a risparmiare sulle tasse.

Se hai investito in borsa, in fondi o in ETF, è probabile che tu abbia sentito parlare almeno una volta di minusvalenze. Magari ti è stato detto che “puoi recuperarle” o che “conviene tenerle in considerazione per pagare meno tasse”. Ma cosa significa davvero?

In questo articolo ti spiego in modo chiaro e semplice cosa sono le minusvalenze, come funzionano, e come puoi utilizzarle per risparmiare sulle imposte

Minusvalenze: definizione semplice con esempio pratico

Partiamo dalla base. Una minusvalenza è una perdita che si verifica quando vendi un investimento a un prezzo più basso rispetto a quanto lo avevi pagato.

Esempio:

  • Compri 100 azioni per un totale di 5.000 €
  • Dopo un anno le rivendi a 4.000 €
  • Hai realizzato una minusvalenza di 1.000 €

Al contrario, se avessi venduto a 6.000 €, avresti avuto una plusvalenza di 1.000 €.

Perché le minusvalenze sono importanti?

Semplice: perché ti fanno risparmiare sulle tasse.

In Italia, ogni volta che realizzi una plusvalenza, devi pagarci sopra una tassa del 26%. Ma se hai delle minusvalenze “accumulate”, puoi usarle per compensare le plusvalenze future, e quindi pagare meno tasse.

💡 Tradotto: le minusvalenze non sono soldi persi del tutto, ma crediti fiscali che puoi utilizzare negli anni successivi.

Qual è la differenza tra redditi di capitale e redditi diversi?

Non tutti gli strumenti finanziari ti permettono di recuperare le minusvalenze

Una delle domande più comuni quando si parla di minusvalenze è: “Posso recuperarle con qualsiasi investimento?” La risposta è no, e il motivo sta nella distinzione fiscale tra redditi di capitale e redditi diversi.

I redditi di capitale sono quelli considerati “certi” fin dall’inizio: ad esempio, gli interessi o le cedole delle obbligazioni come i BTP. Questi rendimenti sono sempre positivi (salvo eventi eccezionali come un default) e non generano minusvalenze, né possono essere usati per compensarle.

I redditi diversi, invece, derivano da operazioni con esito incerto: ad esempio, la vendita di azioni o altri strumenti finanziari che possono generare sia un guadagno (plusvalenza) che una perdita (minusvalenza). Solo questi redditi sono utili ai fini del recupero fiscale delle perdite.

Questa distinzione non è solo teorica: ha un impatto pratico importante. Le minusvalenze, infatti, possono essere compensate solo con plusvalenze derivanti da redditi diversi. È il caso di strumenti come azioni, certificati, derivati, obbligazioni non quotate. Al contrario, fondi comuni e ETF armonizzati generano redditi di capitale in caso di guadagno, quindi non possono essere utilizzati per compensare minusvalenze pregresse, anche se in caso di perdita generano minus valide.

Conoscere questa differenza è fondamentale per evitare di perdere il diritto al recupero fiscale e costruire una strategia d’investimento fiscalmente efficiente.

Come recuperare le minusvalenze?

La normativa italiana prevede che:

  • Le minusvalenze si possono compensare solo con plusvalenze della stessa natura (redditi da capitale o redditi diversi)
  • Hanno una validità di 4 anni, a partire dall’anno successivo a quello in cui sono state realizzate

Facciamo un esempio pratico.

✅ Esempio di compensazione

  • Nel 2024 realizzi una minusvalenza di 2.000 € vendendo un ETF
  • Nel 2025 realizzi una plusvalenza di 2.000 € vendendo un ETC sul GOLD

➡️ In questo caso, puoi compensare i 2.000 € di perdita, e pagherai tasse

Risultato? Invece di pagare 520 € (26% di 2.000 €), non paghi un euro di tasse. Un ottimo risparmio.

Il trattamento fiscale delle minus con i BTP

Gli italiani, si sa, sono amanti dei BOT e BTP. Ma occhio all’imposta e al trattamento fiscale.

Le plusvalenze delle obbligazioni governative equiparati vengono computate solo per il 48,08% del loro ammontare, anche per il recupero delle minusvalenze (48,08%*26% = 12,5%). 

In sostanza l’importo della plusvalenza da titoli di stato viene portato in compensazione solo per il 48,08% del suo valore. Anche in caso di perdita, viene inserito nello zainetto fiscale come minus solo il 48,08% della minusvalenza.

Dove trovo le mie minusvalenze?

Dipende da dove hai fatto gli investimenti.

1. Se investi con una banca italiana in regime amministrato

Ottimo: la banca tiene traccia in automatico di tutte le plusvalenze e minusvalenze, e si occupa di compensarle al momento della vendita.

In pratica, non devi fare nulla, ma è bene controllare il tuo “zainetto fiscale”, ovvero il riepilogo delle minus ancora utilizzabili. Lo trovi nell’area riservata del tuo home banking o chiedilo al tuo consulente.

2. Se investi in regime dichiarativo 

Qui le cose cambiano: sei tu (o il tuo commercialista) a dover gestire tutto. Dovrai indicare le minusvalenze nel quadro RT della dichiarazione dei redditi e monitorare ogni anno le compensazioni.

Non impossibile, ma un po’ più tecnico. E sbagliare vuol dire pagare più tasse del dovuto.

Cosa succede se non le uso?

Le minusvalenze non durano per sempre. Hanno una scadenza di 4 anni, e se non vengono utilizzate entro quel periodo… vanno perse.

📆 Esempio:

  • Minusvalenza realizzata nel 2023
  • Può essere usata fino al 31 dicembre 2027

👉 Quindi, se hai delle minusvalenze “in scadenza”, potrebbe valere la pena valutare la vendita di asset in guadagno per recuperarle.

Posso “creare” minusvalenze?

E’ possibile valutare la vendita di strumenti in perdita, specialmente a fine anno, per “fare pulizia” nel portafoglio e accumulare minusvalenze da usare in futuro

Ovviamente, queste strategie vanno fatte con criterio, magari insieme a un consulente che ti aiuta a ottimizzare la fiscalità senza compromettere il tuo piano di investimento.

Consigli pratici per gestire al meglio le minusvalenze

Ecco alcune dritte utili per usare le minusvalenze a tuo favore:

  1. Controlla ogni anno il tuo zainetto fiscale – Se investi in regime amministrato, chiedi un estratto alla tua banca
  2. Segna la scadenza di ogni minusvalenza – Ricorda: hai 4 anni per usarla, poi si perde
  3. Pianifica le vendite con attenzione – Se hai strumenti in guadagno e minusvalenze in scadenza, valuta se vendere
  4. Chiedi consiglio a un professionista – Un consulente può aiutarti a strutturare un portafoglio efficiente anche dal punto di vista fiscale

Conclusione

Le minusvalenze non sono belle da vedere, ma possono diventare un’ottima opportunità se gestite con consapevolezza. Sono uno strumento fiscale che ti permette di risparmiare sulle imposte e di rendere più efficiente il tuo portafoglio.

Come sempre, la chiave è conoscere le regole, pianificare con attenzione e non lasciare nulla al caso.

Se vuoi capire meglio quante minusvalenze hai a disposizione e come puoi sfruttarle, prenota la call gratuita. Ti aiuto a fare chiarezza sul tuo portafoglio, ottimizzare i costi e investire con più consapevolezza.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.

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Amerigo Censullo consulente finanziario chi sono firma fac-simile

AMERIGO CENSULLO
Consulente Finanziario

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